Vivere con il cancro? Io invece mi domanderei: Cosa significa vivere? Lo scorrere inesorabile e frenetico della nostra vita, alcune volte ci distoglie dal riflettere sul perché occupiamo questo microscopico punto nell'universo. Quando ero bambina pensavo che la vita fosse un viaggio infinito pieno di belle sorprese. Avevo tanti progetti come tutti i bambini e man mano che crescevo il mio animo si riempiva di emozioni sempre nuove: ciò che mi appariva come una grande giostra si era trasformato in un progetto di vita. Mi sono innamorata...mi sono sposata... ho lasciato la mia amata città per incominciare una nuova avventura prima a Jackson, piccola cittadina dell'Ohio e successivamente a Duluth in Minnesota. Un grande cambiamento che mi ha permesso di vivere intensamente e consapevolmente ogni istante. Mi sono sentita molto fortunata, la consapevolezza di non voler sprecare la mia esistenza era forte dentro di me. Tutto mi affascinava e mi spingeva a osservare e carpire ogni piccola emozione per custodirla gelosamente nei miei pensieri. Dopo qualche anno rientrai nella mia città natale stabilmente. La mia quotidianità non era molto differente da quella di tante donne che lavorano, nacquero i miei due figli e contemporaneamente persi il mio adorato papà. Fu per me il primo grande dolore che ancora oggi non mi abbandona. Fu difficile reagire a 29 anni ma ho cercato di fare del mio meglio. Poi la malattia di mio figlio che ho trasformato in una battaglia personale per vederlo sorridere. Il mio mondo erano loro, la loro felicità e serenità. Mi trasferì per 2 anni in Brasile con la mia famiglia..... ha toccato il mio cuore. Gli anni trascorsero e la malattia del mio tesoro era stazionaria anche se con alti e bassi. Ricordo quel giorno nitido nella mia mente. Era il 2007, mi trovavo nella sala d'aspetto del reparto di oncologia dell'Istituto Europeo Oncologico di Milano quando ebbi un flash che mi riportò indietro nel tempo: 1999, io e mia figlia di 2 anni nella Library della Mayo Clinic a Rochester MN mentre il mio piccolo era ricoverato all'ultimo piano dell'ospedale. Cercavo di comprendere cosa fosse la sua patologia e quali effetti avrebbe avuto nella sua crescita. Mentre mi dirigevo in reparto pregai il Signore e gli chiesi di fare ammalare me al posto suo, di farlo guarire. Eccomi di nuovo allo IEO estraniata da quel contesto ed intenta a riflettere su quell'estremo desiderio espresso tanto tempo prima. In poco più di 20 giorni la mia vita si era stravolta, 2 splendidi bambini con i quali vivevo in simbiosi ed una diagnosi di carcinoma mammario non in situ infiltrante. Avevo appena subito una quadrantectomia e mi preparavo ad affrontare la mia prima chemioterapia. In quel momento qualcosa avvenne nella mia testa, cominciai a riflettere che l'unico vero mio desiderio era "vivere" per le mie creature, per non farle soffrire, per esserci in ogni momento della loro crescita, per condividere i lori primi giorni di scuole, i primi amori, i primi dolori.....io volevo lottare per conquistare altro tempo per condividere, amare, gioire ma anche soffrire e piangere. Il tempo mi ha aiutato a comprendere altre realtà, a capire che nulla è definitivo ma tutto è in continua trasformazione. Il cancro è una malattia cronica, non si guarisce ma ci si può convivere e morire di tutt'altro. La malattia ha cambiato solo in parte il mio essere: in me c'è sempre quella bella giostra che è la vita sulla quale salire, in me c'è il "bisogno" di sorridere per la consapevolezza di sapere di essere una persona molto fortunata, in me c'è il desiderio di poter amare ancora, sognare ancora, gioire ancora ma c'è anche il timore di poter soffrire ancora. Essere un malato di cancro mi ha messo alla prova, mi ha costretto a combattere ma al contempo mi ha permesso di vivere intensamente ogni attimo della ma vita. Non guarderò a chi non è malato con invidia mai, lo guardo con la speranza che possa gioire del suo percorso come io sto gioendo della mio. Tanta acqua è passata sotto i ponti da quel terribile agosto 2007, la prima diagnosi nel 2007, una progressione con una metastasi in L5 dopo 5 anni ed inizio di radioterapia e altri cicli di chemioterapia nel giugno 2012, altri anni e poi metastasi al femore e un'altra nell'ala iliaca. Maggio 2017 progressione di L5 con rischio frattura della vertebra: dopo tanti momenti difficili, tanta paura e sofferenza per i miei ragazzi ho deciso di continuare a scegliere di vivere. Mi sono sottoposta ad un intervento delicatissimo di rimozione della metastasi con inserimento di cage in L5. Ho avuto difficoltà a camminare inizialmente, i dolori e il post operatorio molto duro ma nulla era in confronto alle paure che mi ossessionavano. Le terapie alle quali mi sottopongo da 10 anni sono diventate inefficaci? Perché c'è stata una ripresa della malattia?
Come ho già detto ci sono stati momenti di sofferenza e momenti di felicità e ce ne saranno tanti altri nel mio futuro. Ma insieme ci sarò io che "vivo, combatto, gioisco e sogno".
Oggi, 24 settembre 2017, a 3 giorni dalla mia ultima PET, si è avverato un miracolo: posso guardare al futuro, che si tratti di un giorno o 50 anni per me non ha importanza, io ci sarò con tutto il mio cuore e non rinuncerò MAI al mio sorriso, alla mia voglia di vivere, non mi arrenderò mai.
VIVERE CON IL CANCRO PER ME SIGNIFICA SEMPLICEMENTE ED UNICAMENTE ESSERE FELICE DI ESSERCI!!