Alessandro D'Avenia
Uno scrittore e insegnante perdutamente innamorato della realtà. Ama insegnare. Ama scrivere. E cerca il paradiso impastato nella polvere della vita quotidiana e nel cuore delle persone che incontra. Nasce a Palermo in una serena notte di maggio (2 maggio del 1977) e le prime cose che vede e sente sono i colori e i profumi della sua città e terra, Palermo e la Sicilia, che non lo lasceranno mai più. Cresce in una famiglia folle. Sì perché folli sono i suoi genitori che decidono di mettere al mondo ben sei figli (tre ragazzi e tre principesse), trasformando la casa in una specie di manicomio in cui ci si diverte molto e sembra che ciascuno stia facendo una cosa diversa, quando in realtà tutti stanno facendo la stessa cosa, come nei film di Frank Capra. Suo padre è un dentista (per questo non  ne ha mai avuto paura) e sua mamma una mamma che ricorda alla perfezione greco e latino e si occupa di scuola ed educazione. Il 90% delle cose che c’è da sapere sulla vita le impara vivendo con questa tribù.
Alle elementari non fa altro che parlare e fare scherzi. Alle medie si dà una calmata e comincia ad amare la lettura. Poi frequenta il liceo classico e ha la fortuna di trovare lungo il suo percorso scolastico alcuni insegnanti straordinari. Tra questi indelebile il ricordo di padre Puglisi e del suo prof di lettere. Legge, fa sport e ha un sacco di amici.
Nel 1995, conseguita la maturità, ormai diciottenne, decide di andare a Roma per frequentare l’università: lettere classiche. Studia con entusiasmo e anche in questo caso ha la fortuna di trovare una o due le figure di riferimento. Nel 2000 si laurea in letteratura greca e vince un dottorato di ricerca all’università di Siena in Antropologia del mondo antico, una specie di paradiso della ricerca nel desolante panorama universitario. Si laurea e dottora con una tesi sulle Sirene omeriche e il loro rapporto con le Muse nel mondo antico. Nel frattempo comincia a insegnare, realizzando quello che era sempre stato il suo sogno. Tre anni di scuola media, in cui impara quasi tutto quello che c’è da sapere sull’insegnamento: riuscire a spiegare qualcosa a un dodicenne è la sfida a cui ogni professore dovrebbe sottoporsi prima di decidere se vuole insegnare, perché prima deve capire se lo sa e lo può fare.
Finito il dottorato capisce che è meglio darsi all’insegnamento piuttosto che alla ricerca. Così frequenta la scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario, durante la quale impara un sacco di teorie inutili da gente che non è mai stata in classe e capisce come non deve essere un insegnante. Poco dopo comincia a insegnare greco e latino al liceo con grande gioia, almeno sua, se non persino dei suoi alunni. Mette in piedi un gruppo teatrale con alcuni di loro e con loro gira anche un cortometraggio.
Dopo due anni, messa al sicuro la sopravvivenza economica, decide di intraprendere una nuova avventura che lo attrae sin dai tempi delle elementari: raccontare storie. Così, nel 2006, dopo undici meravigliosi anni romani si trasferisce a Milano per frequentare un master di sceneggiatura, come scorciatoia per imparare la tecnica di raccontare storie.
Dopo il master comincia a fare lavori di scrittura di vario genere come sceneggiatore. Scrive alcune puntate di una serie televisiva della Disney e vince un premio per la scrittura della sceneggiatura di una commedia per il cinema.
Riprende a insegnare lettere al liceo.
Si specializza intanto su temi educativi legati ai media e porta in giro per le città italiane da Palermo a Trieste, una conferenza-sceneggiatura che è un viaggio insolito nel cuore della MTV generation, riscuotendo interesse sia da parte dei ragazzi, sia da parte di genitori e insegnanti. Può toccare così con mano la situazione della scuola in varie realtà italiane rinvenendo costanti e diversità.
Nel frattempo scrive il suo primo romanzo. Nottetempo.
La prima versione del romanzo circola tra amici e alunni che lo aiutano a migliorarlo offrendo consigli dopo la loro lettura appassionata. Così arriva alla stesura finale, che manda in Mondadori, dove viene accolta con grande favore.
Adesso insegna italiano e latino in un liceo milanese. Studia, legge (di tutto, dai fumetti a Dostoievskij), scrive, fa sport, guarda film e serie, e cura il suo blog. Tutto il tempo che può lo dedica agli amici. Lo puoi trovare per le strade della città, in bicicletta, un meraviglioso ferrovecchio nero, che non è una semplice bici, ma un modo di stare al mondo e guardare la realtà.
Non ha la pretesa di insegnare niente a nessuno (a parte i suoi alunni…), ma di testimoniare il fatto che la vita ha sempre il miglior copyright. (fonte http://blog.librimondadori.it)